So che per alcuni è più difficile, per altri un po’ meno, ma ritengo utile che i genitori si interroghino non solo sui propri figli, ma anche su di sé perché “se è vero che sono i genitori a generare un figlio, è altrettanto vero che il figlio genera i genitori” come scrive il filosofo Umberto Galimberti in un articolo del quotidiano di Repubblica del 22 giugno 2013: UN FIGLIO VUOL DIRE LASCIARSI CAMBIARE LA VITA. .
Oggi si conosce molto sulla genitorialità, molti sono gli studi psicoanalitici, molti libri sono stati scritti e molti psicologici ed autori si occupano di questa area.
Bertrand Cramer, professore di pedopsichiatria all’Università di Ginevra, scrive che la genitorialità “è una modalità di descrivere sia il modo in cui i genitori mettono in gioco le competenze relazionali ed educative con i loro bambini, sia il modo in cui essi si rappresentano e sperimentano le fantasie, i conflitti e le relazioni oggettuali che costituiscono la base dei loro comportamenti genitoriali“. Cioè, l’essere genitori dipende anche dai genitori che si hanno avuti e dai figli che si è stati.
Massimo Recalcati, noto psicoanalista, utilizza questa definzione: “responsabilità illimitata senza diritto di proprietà“. Qui la registrazione sonora dell’evento di Recalcati al Festivaletteratura di Mantova 2017 all’evento Ogni figlio è una poesia. L’argomentazione legata a questa lectio magistralis è contenuta nel libro Il segreto del figlio.
Tutti i genitori dovrebbero essere genitori adottivi, diceva Francoise Dolto, nota psicoanalista francese, intendendo con questo che l’essere genitori non è dato dalla biologia, ma dalla scelta e dalla consapevolezza di volere dei figli. Nulla cioè deve essere mai scontato.
Paola Zanini
Fonti per questo articolo:
John Tsiantis, Il lavoro con i genitori. La psicoterapia psicoanalitica con i bambini e gli adolescenti, Borla
Massimo Recalcati, Il segreto del figlio, Feltrinelli
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